Se si volesse rappresentare con una figura il rapporto esistente tra il fine e gli obiettivi dell’educazione, il fine sarebbe il vertice di una piramide che si allarga poco per volta fino ad abbracciare armonicamente tutte le componenti dell’educazione e della vita dell’uomo. Non c’è, non ci può essere, divorzio ma neppure lontananza tra il punto culminante dello schema e i fattori che si trovano alla base o intorno alla spina dorsale di esso. Il fine, lassù, nel punto più alto, non si comporta come una meta pietrificata, più o meno avvolta nella nebbia dei buoni desideri, senza connessione con gli sforzi che bisogna compiere per accedere ad essa, ma agisce prevalentemente come una sorgente che ispira, incoraggia, orienta, vivifica e illumina le possibili strade che costituiscono la trama dell’unità ricercata. Si superano così le posizioni parziali e sconnesse, che in passato sono sfociate o in una speculazione interminabile e sterile, o nella colossale miopia di obiettivi molto circostanziati e senza alcun orizzonte. Fine e finalità, obiettivi fondamentali e obiettivi operativi, ognuno al suo posto, ma tutti connessi naturalmente e seriamente, riescono a dirigere la ricchissima gamma degli atti umani verso il perfezionamento dell’uomo, di ogni uomo, nel corso della sua esistenza.